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ITINERARIO 13 (Santa Sofia)
LE MEMORIE DI SAN PAOLO IN ALPE
CARTA ESCURSIONISTICA CONSIGLIATA: PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA CAMPIGNA 1:25000
Distanza: 6 km Durata: mezza giornata Periodo consigliato: da marzo a luglio Partenza e arrivo: Corniolo
Questo itinerario a piedi si snoda all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. La particolarità, oltre alla bellezza dei luoghi che si attraversano, è quella che lo si dovrebbe percorrere all’alba, quando ancora il sole non è sorto. Questo permette di poter andare a caccia, ma solo con lo sguardo, dei numerosi ungulati che abitano i prati di San Paolo in Alpe, daini, cervi e caprioli e di assaporare il bosco in una veste silenziosa, nelle prime ore del mattino. L’anello, lungo circa 6 km è alla portata di tutti e ripercorre per un lungo tratto la strada forestale. Si consiglia di portare con sé un binocolo e di fare assoluto silenzio nella prima parte del percorso, per evitare di spaventare gli animali. Questi, infatti, sono luoghi importanti dal punto di vista naturalistico, abitati da numerose specie di animali e con una rigogliosa vegetazione. Inoltre, si tratta di zone interessanti anche dal punto di vista storico: sui prati di San Paolo in Alpe, in tempo di guerra, trovarono rifugio i partigiani del gruppo “Brigate di Romagna”.
DA NON PERDERE Daini e caprioli al pascolo Panorama Parco Nazionale Ruderi chiesa S. Agostino Quercia secolare |
PERCORSO

Panorama sui crinali del Parco |
Da Corniolo, per raggiungere il punto di partenza, occorre proseguire in auto per la strada statale in direzione di Campigna. Circa un chilometro dopo la frazione Lago, si svolta a sinistra in un stradina secondaria: segnale in legno per Sant'Agostino. Siamo all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. La strada, inizialmente asfaltata, scende ad attraversare il fiume Bidente per poi proseguire sterrata in forte salita. Si raggiunge Ca’ Fiumari. Si prosegue per la sterrata, sempre ripida, che nell’ultimo tratto è un susseguirsi di curve, fino a raggiungere una sbarra che chiude la pista forestale. Si sono percorsi circa 6 km dalla S.S. e si è raggiunta la quota di 1005 metri s. l. m. Qui occorre lasciare l'auto e proseguire a piedi. Si consiglia di giungere in questo punto e cominciare la camminata intorno alle cinque del mattino. Appena lasciata l’auto, dopo aver percorso circa 200 metri si raggiunge il bivio che a destra conduce alla Foresta della Lama. Si prosegue a sinistra su una sterrata facilmente percorribile che scivola immersa in una secolare faggeta. Dopo appena 1 km sulla sinistra, versante opposto della montagna, si intravede tra i rami l’altopiano di San Paolo. Questo, più o meno alle pendici di Monte Grosso (1044 metri s. l. m), è un buon punto di osservazione se si ha con sé un binocolo. Daini e caprioli sono, infatti, soliti pascolare in gruppetti di sette, dieci esemplari su questo lato dei prati: vederli, se si sfruttano le buone condizioni del vento, è davvero semplice. Proseguendo, dopo aver superato alcuni punti panoramici, si raggiungono, in poco più di 1 km, i prati di San Paolo in Alpe. |

Resti del cimitero di San Paolo in Alpe |
Questa zona, oltre ad avere un grande fascino naturalistico, desta anche grande attenzione per i trascorsi di storia moderna che su questo altopiano si sono consumati. Una tabella in legno posta di fronte ad un edificio semidiroccato e dalla forma bassa ed allungata, ricorda che nell'aprile 1944 il Comando del Gruppo Brigate Romagna scelse proprio questo punto dell’Appennino forlivese per effettuare i lanci tramite aerei di armi, vestiario, denaro e viveri per i partigiani. Il “campo di lancio” venne però intercettato, attaccato dalle truppe tedesche che bruciarono la chiesa e le abitazioni che costellavano i prati. Il panorama è importante. Da qui si può seguire con lo sguardo tutto il crinale che da Passo Calla giunge al Poggio Tre Confini, si può riconoscere la Riserva Integrale di Sasso Frattino e la Foresta della Lama e osservare, dalla parte opposta, le Valli del rio Bacine e del rio Fossati. Proseguendo per poche centinaia di metri, si incontra un cancello in legno sulla sinistra, oltrepassato il recinto si cammina in direzione di un piccolo boschetto che nasconde al suo interno i ruderi della vecchia chiesa, di un pozzo e i resti di quella che, poco più di cinquant’anni fa, era una vecchia osteria. Della pieve di S. Agostino, alla quale fino al XVI secolo era annesso anche un eremo, rimangono i muri e, miracolosamente intatto, il bel campanile a vela. Alle spalle dell’edificio sacro, al centro del prato una quercia secolare. |

Daini al pascolo a San Paolo in Alpe |
Si prosegue per un sentiero (C.A.I. 255) sulla sinistra che sfiora il vecchio e ormai malandato cimitero di San Paolo in Alpe. La traccia, a volte scivolosa, scende decisa e, attraverso i poderi di Campodonato e Campodonatino, in poco più di 3 km raggiunge Ca’ Fiumari. Arrivati alla carrabile forestale si svolta a sinistra e si percorre a piedi l’ultima parte, prima attraversata in auto. Questo è il tratto più impegnativo: la strada è facilmente percorribile ma sale decisa in una serie di tornanti. Dopo circa 4 km si giunge nuovamente alla sbarra e si riprende l’automobile. |
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APPROFONDIMENTI
• LOTTE PARTIGIANE
San Paolo in Alpe è posto su un altopiano a nord della foresta di Campigna, da cui domina un panorama sulla foresta della Lama e sulla riserva integrale di Sasso Fratino: il luogo abbandonato è oggi destinato al pascolo degli animali. Particolarmente suggestiva è la Chiesa di Sant’Agostino, di cui si conservano parzialmente i muri perimetrali, mentre la vegetazione ha invaso gran parte della navata, lasciando il campanile intatto. Poco lontano, di fronte a un grande edificio cadente, una Maestà e una lapide in legno che ricorda i fatti del 1944. San Paolo in Alpe, luogo della resistenza partigiana, venne prescelta dal Comando del Gruppo Brigate Romagna per gli aviolanci alleati di armi, abiti e viveri in aiuto ai partigiani rifugiatisi in questi luoghi impervi. Nella primavera del ’44, il Comitato provinciale di liberazione nazionale avvisò le Brigate di San Paolo in Alpe di prepararsi a ricevere gli aiuti e dispose di lanciare segnali luminosi per essere intercettati. Gli aiuti arrivarono e vennero distribuiti ai gruppi vicini, ma i segnali vennero avvistati anche dalle truppe tedesche che giunsero a San Paolo in Alpe il 12 aprile del 1944 e attaccarono i partigiani e la popolazione civile, scempiando e incendiando le case e la Chiesa. |
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SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO
• www.campigna.it
• www.parcoforestecasentinesi.it
• www.parks.it/parco.nazionale.for.casentinesi
• www.romagnaescursioni.it
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Data: 16/3/2025 |
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