52 Domeniche in Romagna
 
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ITINERARIO 24 (Predappio)
   
EREMI E ABBAZIE DI SILENZIO E PREGHIERA
EREMI E ABBAZIE DI SILENZIO E PREGHIERA
CARTA ESCURSIONISTICA CONSIGLIATA:
REGIONE EMILIA ROMAGNA - C.A.I. ALTO APPENNINO FAENTINO 1:50000

Distanza: 14 km
Durata: una giornata
Periodo consigliato: da settembre a novembre
Partenza e arrivo: Tredozio

Esistono ancora oggi, in Romagna, luoghi speciali in cui è possibile isolarsi, godere di un silenzio assoluto e compiacersi fino in fondo di una natura fatta di montagne, torrenti, prati e alberi secolari. È il caso di due eremi, quello di San Michele in Trebbana e quello di San Barnaba in Gamogna, che sorgono a pochi chilometri l’uno dall’altro, in equilibrio sul confine tra Emilia Romagna e Toscana. Questo suggerimento di itinerario, che prevede una prima parte in auto e una seconda a piedi, permette di visitare in una giornata questi luoghi ancora oggi simbolo di preghiera e silenzio. È possibile evitare anche il tratto a piedi e completare quasi per intero il percorso in auto; il consiglio è comunque quello di fare una passeggiata per meglio vivere e godere del paesaggio della piccola e stretta Valle dell’Acerreta. Il tratto trekking, che prevede in tutto circa due ore e trenta di cammino, seppur breve, prevede due salite impegnative.
Sul percorso si può trovare acqua ma non ci sono ristoranti o rifugi in cui poter mangiare.
Gli eremi, posti su due versanti differenti, possono in ogni caso essere visitati anche in due giornate distinte, limitando così i tratti a piedi e la difficoltà del percorso.


DA NON PERDERE
Badia della Valle
Chiesa di Trebbana
Quercia secolare
Eremo di Gamogna
Valle Acerreta
PERCORSO
PERCORSO
Cavalli al pascolo
La nostra passeggiata inizia al confine tra Romagna e Toscana. Raggiunto Tredozio, ultimo dei paesi della Valle del Tramazzo, si svolta a destra in direzione Marradi. La strada è un susseguirsi di curve e salite fino a giungere al Passo della Collina. A questo punto si comincia a scendere e, dopo circa 4 km, si giunge al piccolo abitato di Lutirano. Si prosegue ora verso sinistra seguendo le indicazioni per l’Eremo di Gamogna, fino ad un bivio all’altezza di Badia della Valle.
La costruzione dell’Abbazia, posta a 435 metri s.l.m., risale al 1053. La tradizione vuole che sia stata costruita ad opera di San Pier Damiani che in questa valle, ancora oggi isolata e silenziosa, trovò il luogo ideale per pregare. Ci troviamo già in terra Toscana, più precisamente nel comune di Marradi e in provincia di Firenze.
Si prosegue su strada sterrata fino a giungere a Ponte della Valle. In questo punto comincia la strada interpoderale.

Eremo di Gamogna
Si consiglia, quindi, di posteggiare l’automobile e continuare a piedi: per chi ha la possibilità è il modo migliore per visitare questi luoghi di preghiera immersi nella natura. Iniziato il cammino si lascia il torrente Acerreta, che abbiamo fin ora costeggiato, e si prende a sinistra su una strada sterrata in salita, indicata come sentiero C.A.I. 549.
Il tratto è breve ma molto impegnativo.
Dopo circa un paio di chilometri la carraia sfocia in un ampio prato e sulla destra prende forma la sagoma della chiesa di Trebbana immersa nel folto della vegetazione, un luogo davvero suggestivo e isolato. Quella di San Michele in Trebbana è un’antica chiesa con annessa un’ampia canonica. La sua fondazione risale al 1063, anno in cui la chiesa fu donata a San Pier Damiani per gli eremiti di Gamogna.
L’eremo è oggi ben restaurato ed è fruibile come ricovero e base di partenza per escursioni, con possibilità di pernottamento.
Qui si trova anche una fonte di acqua, in corrispondenza di una grande vasca in pietra, punto di sosta e ristoro per i fedeli e i viandanti. Attraversando il piazzale erboso antistante e proseguendo attraverso il bel prato a sinistra, dove si possono incontrare maiali selvatici e cavalli al pascolo, si raggiunge in breve una solenne quercia secolare.

Eremo di Trebbana
L’albero, cresciuto nelle immediate vicinanze di un casolare, ha dimensioni davvero imponenti con una grande chioma e un tronco che sfiora i 5 metri di circonferenza. Terminata la visita a Trebbana si discende, per la stessa strada percorsa all’andata, verso la Valle dell’Acerreta. Giunti al torrente, lo si attraversa di nuovo e si cammina su strada sterrata in direzione Val di Noce. Giunti al piccolo nucleo di case si imbocca il sentiero C.A.I. 521 A, in direzione di Gamogna. La strada percorre un tratto in falsopiano, incastonata nel fondo della stretta e suggestiva vallata, dal paesaggio brullo, con alberi e vegetazione che non riescono a coprire interamente le colline da cui affiorano spesso tratti di roccia grigia. Ci si trova circondati da ripidi rivali e da monti, le cui pendici si presentano a tratti inaccessibili.
Raggiunto Rio Mesola, la traccia piega a destra e lascia definitivamente il corso del torrente per arrampicarsi verso il santuario.
Qui la salita diventa impegnativa anche se, come nel tratto descritto in precedenza, è di breve durata.
Percorsi circa un paio di chilometri, si raggiunge un bivio e si svolta a sinistra per raggiungere in poco meno di 1 km l’eremo di San Barnaba in Gamogna, situato a 793 metri s.l.m. Alcuni cartelli ricordano che ancora oggi questo è un luogo di preghiera e chiedono il silenzio assoluto nei pressi del santuario.

Panorama di Marradi
Il luogo di ritiro religioso risale all’XI secolo e, dopo essere stato ridimensionato a parrocchia in seguito allo spopolamento totale di queste montagne, è stato oggetto di un attento restauro ed è tornato in breve al suo antico splendore. La struttura è formata da diversi edifici; di particolare interesse sono lachiesa romanica, ben rinnovata e sormontata da un campanile a vela, e il gruppo di case riservate al ritiro dei monaci. La gestione dell’eremo è oggi affidata alle Fraternità Monastiche di Gerusalemme che danno l’interessante possibilità di vivere, per qualche giorno, in ritiro spirituale all’interno di celle monastiche, condividendo con i religiosi cibo, lavori manuali e preghiera.
Il luogo in cui sorge l’eremo, alle pendici del Monte Gamogna, gode di una vista privilegiata e di un isolamento che dopo centinaia di anni si avverte ancora. Il sentiero 521 A prosegue sul crinale, per raggiungere il Passo dell’Eremo, sulla strada che collega Marradi a San Benedetto in Alpe.
Il ritorno si effettua, però, per lo stesso percorso dell’andata: si ridiscende nella Valle Acerreta, oltrepassando Val di Noce ed ignorando la deviazione per Trebbana. Si prosegue poi, mantenendo la sinistra, fino a giungere a Ponte di Valle e ridiscendere verso Tredozio.
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APPROFONDIMENTI

EREMO DI GAMOGNA
Sorge tra le montagne di San Benedetto in Alpe, presso boschi di faggio e castagni secolari, un eremo avvolto nel silenzio, alle pendici del Monte Gamogna, ad oltre 10 km da Tredozio. L’eremo venne fondato nel 1053 da San Pier Damiani, quale luogo di contemplazione e preghiera, e il panorama attorno invita ancora oggi alla meditazione. Fra i caseggiati, antiche abitazioni dei monaci, sorge la Chiesa di impianto romanico, con un sagrato a terrazza e un campanile a vela. A testimoniare la vita d’un tempo vi sono: una stalla, una struttura che fungeva da essiccatoio e un antico forno. Il grande eremo, caduto in disuso a causa dell’abbandono delle montagne, ha subito un buon intervento di restauro e oggi, per coloro che desiderino vivere in contemplazione, immersi nella natura e nel silenzio, vi è la possibilità di soggiornare presso ambienti rinnovati, che dispongono anche di cucina.
Per informazioni: tel. 055.804866.

LA FARNIA SECOLARE
La farnia è una grande pianta maestosa della famiglia delle Fagaceae, alta fino a 50 metri, dai rami irregolari econtorti, dall’ampia chioma di foglie decidue, lisce e dalla colorazione verde azzurrata, che possono raggiungere la lunghezza di 12 cm. La farnia o Quercus robur, nome latino che deriva dal suo legno duro e robusto, è un albero assai longevo, che può raggiungere oltre i 500 anni di età.
La farnia fiorisce fra aprile e maggio e produce frutti, gli achenii, ghiande allungate e scure, con un lungo peduncolo, ricoperte da una cupola rivestita di squame, simili a quelle della quercia comune, di cui ricorda l’aspetto. I frutti della farnia vengono impiegati per nutrire i suini e pare siano molto apprezzati. Il suo habitat naturale è nelle pianure alluvionali con terra umida e profonda e nelle alture non superiori a 800 metri di quota, dove il clima è freddo temperato, ma è molto resistente e può sopravvivere anche in terreni secchi e acidi. È abbastanza diffusa nelle zone collinari sub-montane dell’Appennino romagnolo ed è una delle querce più diffuse della penisola italiana.


SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO

www.comune.tredozio.fc.it
www.comune.marradi.fi.it

 
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Data: 15/2/2025
52 Domeniche in Romagna
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