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ITINERARIO 19 (Cesena)
CERVIA DI SALE, CERVIA DI SOLE
Distanza: 10 km Durata: mezza giornata Periodo consigliato: da marzo a settembre Partenza e arrivo: Lungomare d’Annunzio, Cervia
L’obiettivo di questo itinerario è quello di scoprire e apprezzare la “cultura del sale”, che rappresenta la storia di Cervia. Conosciuta per essere una delle più belle località della Riviera Romagnola, questa cittadina ha una storia antichissima legata all’oro bianco e una storia moderna di famiglie che, fino a un cinquantennio fa, lavoravano e traevano sostentamento dall’attività delle saline. Il percorso toccherà alcuni dei luoghi che erano il cuore di tutta l’attività legata al sale: dal porto ai magazzini, dal borgo dei Salinari alle saline. Un vero e proprio percorso alla scoperta della Società Salinara Cervese e di un ambiente che è ora Riserva Naturale inserita nel Parco Regionale del Delta del Po. Non deve mancare una passeggiata nel centro cittadino, dove le vecchie abitazioni dei Salinari convivono con le nuove costruzioni turistiche. Nel centro storico è piacevole scoprire le piazze su cui si affacciano edifici del 700. Si consiglia di effettuare il breve tragitto in bicicletta.
DA NON PERDERE Borgo Marina e faro Torre San Michele Magazzini del Sale Musa, Museo del Sale Riserva Naturale Saline Salina Camillone |
PERCORSO

Porto di Cervia |
Partenza di questo itinerario è il Lungomare d’Annunzio di Cervia1. Da qui, mantenendo la spiaggia sulla destra, si prosegue fino a giungere al Porto Canale, approdo utilizzato oggi prevalentemente per la nautica da turismo e per l’attività della pesca, che continua ad essere molto importante per la piccola cittadina romagnola. Il porto, nonostante le ridotte dimensioni, veniva già menzionato nelle carte nautiche del Medioevo, a fianco di quelli di Rimini e Ravenna, come uno dei più importanti dell’Adriatico. Il motivo di tanta importanza risiedeva nella ricchezza commerciale dovuta alle saline e alla produzione del sale. Svoltando a sinistra in viale Nazario Sauro si continua il percorso lungo il Porto Canale, un naviglio artificiale che collegava il mare e il commercio di porti storici come quello di Venezia e Ancona direttamente alla città ove sorgevano i magazzini del sale. Sulla destra si incontra il Borgo Marina e il faro, datato 1875: raggiunge un’altezza di 16,50 metri e la sua luce è visibile fino a 14 miglia. Se si effettua il percorso la mattina presto, in questa area si trova il tradizionale mercato del pesce. Dopo circa 300 metri incontriamo un complesso di archeologia industriale, che rappresentava il cuore del commercio del sale. Il primo edificio è la Torre San Michele. Eretto nel 1691, il bastione aveva due importanti funzioni legate al commercio dell’oro bianco: quella di torre per l’avvistamento di eventuali incursioni piratesche e quella di controllare il sottostante smistamento e commercio del sale. Poco oltre si incontra il Magazzino Torre, edificio per lo stivaggio del sale, costruito anch’esso verso la fine del Seicento, prima della costruzione dell’attuale Cervia Nuova. Il sale veniva trasportato attraverso il canale dalle saline sulle tipiche burchielle, pesanti chiatte trainate a mano con funi, che raggiungevano il magazzino attraverso una serie di canali navigabili. |

Fenicotteri |
All’interno dell’edificio, perfettamente ristrutturato, si trovano una sala mostre e il Musa, Museo dedicato al sale, in cui si racconta storia e cultura della civiltà salinara cervese. Dall’interno, si possono ammirare le dimensioni dei magazzini, in grado di contenere circa 130.000 quintali di sale, e la bellezza dell’architettura industriale a tre navate e sei campate, in pietra e con travi a vista nei soffitti. All’interno dell’esposizione si possono inoltre acquistare, tramite offerta libera, sacchetti del sale di Cervia. Dall’altra parte del Canale, sorge il secondo dei magazzini, chiamato Darsena, per la presenza di un vero e proprio approdo costruito nel suo lato destro. È di pochi anni più recente del precedente, essendo stato costruito intorno al 1712, pare utilizzando i mattoni della Rocca della Vecchia Cervia. Un tempo, infatti, l’abitato conosciuto oggi come Cervia sorgeva più a monte con il nome di Ficocle, proprio al centro del complesso territorio delle saline. A causa delle continue pestilenze, favorite dall’ambiente palustre e insalubre, si decise intorno alla fine del 1600 di distruggere la città, dalle probabili origini greche, per costruirne una nuova, vicino al mare, in una zona più sana. Fiancheggiando il magazzino Torre e svoltando a sinistra si raggiunge il centro di Cervia e il Borgo dei Salinari. Le case dei Salinari in realtà appaiono come una cinta muraria a protezione della città. Poste a schiera, le abitazioni, tutte simili tra loro con porte d’ingresso molto piccole, risalgono quasi tutte alla fine del Seicento e furono tra le prime costruite della Nuova Cervia: all’interno sono formate da un piccolo angolo abitabile, una cantina ed una soffitta. Imboccando corso Giuseppe Mazzini, si entra all’interno del perimetro murario della città, dove sorgevano le case dei nobili e delle autorità locali. Andiamo oltre, dopo aver sfilato sulla destra la piccola Chiesa del Suffragio, fino a giungere in Piazza Garibaldi, dove sorgono i palazzi più interessanti della Città Vecchia: la cattedrale, risalente al 1699; il campanile, datato 1750; il Palazzo Comunale con orologio, costruito tra il 1702 e il 1712; la fontana e il pozzo artesiano. Passando sotto il porticato sulla sinistra, si giunge alla caratteristica Piazzetta Pisacane dove sorge l’antica Pescheria. |

Tramonto sulle saline di Cervia |
Proseguendo si imbocca a destra via della Stazione, poi ancora a destra lungo la circonvallazione Sacchetti e a sinistra in via Ospedale, poi via Bova. Si attraversa la S.S. Adriatica tramite un sottopasso e si giunge a una strada chiusa da un sbarra. Al civico 61 si trova il Centro Visite delle Saline di Cervia2 presso cui è possibile prenotare visite guidate all’interno dell’Oasi inserita nel Parco Regionale del Delta del Po. La strada termina e prosegue su uno stradello in cui però l’accesso è vietato se non accompagnati da guide locali. Si trovano qui i resti di chiuse e vecchie idrovore, che servivano per regolare l’accesso dell’acqua all’interno delle saline. L’ambiente naturale è di prim’ordine: cavalieri d’Italia, fenicotteri, aironi sono solo alcune delle importanti specie che popolano questa area protetta. Si ritorna in direzione dell’Adriatica e si svolta a sinistra verso Ravenna. Al successivo incrocio semaforico si svolta nuovamente a sinistra in via Salara, una strada che corre in mezzo alle saline: sul lato destro, i nuovi stabilimenti per la raccolta industriale, sulla sinistra, la Salina Camillone. È questa un’altra tappa obbligata per chi vuole capire come vivevano e lavoravano le civiltà del sale. La Salina è gestita dal Gruppo Culturale Civiltà Salinara, che effettua la raccolta del sale, prodotto tipico fatto in modo artigianale proprio come avveniva all’inizio del secolo. Il museo all’aperto, offre la possibilità, attraverso visite guidate, di vedere dal vivo il processo di formazione del prezioso oro bianco. Dalle Saline Camillone si procede per altri 700 metri circa e si raggiunge l’edificio che fu il Santuario della Madonna della Neve. Era in questo punto, circondata dai chiari d’acqua, che sorgeva l’antica Cervia. Questa chiesa, unico edificio della Ficocle, fu sconsacrata e utilizzata come casa di guardia. È interessante notare come l’abitato sorgesse, circondato dalle saline, al centro di quella che era la sua risorsa più preziosa. A questo punto si ritorna verso Cervia e si attraversa la S.S. Adriatica, per proseguire poi lungo il canale utilizzato per il trasporto del sale in via Martiri Fantini fino a raggiungere viale Giuseppe di Vittorio. Qui si effettua una svolta a sinistra e poi a destra in via Alfredo Oriani. Dopo aver passato il magazzino Darsena, si imbocca a destra in via Olindo Guerrini, si passa il ponte e si ripercorre lo stesso itinerario dell’andata fino al lungomare. |
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APPROFONDIMENTI
• LE SALINE DI CERVIA
Le Saline di Cervia vennero a lungo contese da diverse potenze che volevano acquisire il controllo del commercio del sale, garanzia di ricchezza per chi lo possedeva. Utilizzate sin dai tempi dei Romani, costituirono la principale fonte di sostentamento, insieme alla pesca, fino agli inizi del XX secolo. Le saline dal 1979 sono divenute Riserva Naturale, per via della ricchezza faunistica e dell’alto valore paesaggistico. Si tratta infatti di un'oasi naturalistica di 827 ettari, che ospita un’interessante flora e soprattutto una mirabile avifauna. È possibile visitare le saline per lasciarsi sorprendere dai voli delle numerose specie di uccelli che popolano la riserva e per osservare il paesaggio e la flora acquatica di questa interessante zona umida. Alcune piante sono nutrici di splendide farfalle, altre sono note per il loro impiego in cucina e in erboristeria. Fra le specie di uccelli che sostano nella Riserva vi sono colonie di avocette, cavalieri d’Italia, fraticelli, gabbiani corallini e uccelli acquatici. Gli ospiti più graditi sono i fenicotteri, che atterrano sulle acque ricche di sali minerali. All’interno della Riserva Naturale si possono percorrere camminamenti schermati che conducono al capanno per il birdwatching. Vi si accede dal Centro Visite del Parco di via Bova, traversa della S.S. Adriatica 16 oppure dalla S.S. 254, in direzione di Forlì. Per informazioni telefonare allo 0544.973040/993435. |
• IL SALE IN CUCINA
Il sale di Cervia, considerato da secoli alla stregua di “oro bianco”, ha rappresentato effettivamente una delle poche fonti di sostentamento, indispensabile strumento per la conservazione dei cibi, quindi moneta e merce di scambio. La particolarità del sale di Cervia risiede nella sua purezza, nella sua friabilità e dolcezza. Il sale dolce di Cervia si ottiene attraverso l’evaporazione naturale dell’acqua marina e, raccolto dopo cinque giorni dal suo deposito, mantiene la sua dolcezza e morbidezza. La raccolta tempestiva, infatti, impedisce la sedimentazione di altri minerali, che potrebbero comprometterne la struttura chimica. Il sale dolce di Cervia è prodotto in piccole quantità per mantenerne le caratteristiche, nonostante la conversione di parte delle saline alla produzione industriale del 1959. Effettivamente quello di Cervia conserva le virtù di un sale artigianale. Assai duttile in cucina, il sale di Cervia al palato risulta morbido e dolce; col suo gusto garbato si abbina alle verdure, al pesce e ai crostacei. Il sale dolce di Cervia è Presidio Slow-Food. |
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SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO
• www.comunecervia.it
• www.racine.ra.it/ravennaintorno
• www.salinadicervia.it
• www.atlantide.it
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Data: 15/2/2025 |
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