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ITINERARIO 34 (Imola)
IMOLA, NON SOLO AUTODROMO
Distanza: 4/5 km Durata: mezza giornata Periodo consigliato: da marzo a settembre Partenza e arrivo: Piazza Matteotti
Imola è una città che racchiude nel suo centro storico un gran numero di edifici di grande importanza storica, religiosa e sociale. La via Emilia, strada romana per eccellenza del nord Italia, taglia il cuore di Imola ed è, oggi come un tempo, il principale luogo di transito della città. Proprio su questa arteria trovano spazio grandi palazzi cittadini, come Casa Alidosi, Palazzo Passatelli Monsignani, Palazzo Miti Zagnoli, Palazzo Zampieri. I grandi edifici danno l’immagine di quella che un tempo è stata l’importanza di questa via cittadina, fulcro della vita sociale ed economica fin dai tempi degli antichi romani. La cattedrale, il complesso conventuale dei Domenicani, le numerose chiese e pievi, dimostrano la vocazione e il peso religioso che rivestiva la città. Infine si ricorda la rocca, fortilizio difensivo dalle imponenti dimensioni e dai bei lineamenti, che ebbe ruolo fondamentale nella storia di Imola. Per quanto riguarda la storia più recente, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola ha reso famoso in tutto il mondo, non solo per le gare automobilistiche, il nome della cittadina posta ai confini tra Emilia e Romagna. La passeggiata proposta è facile, adatta a tutti, e offre la possibilità di creare numerose alternative al percorso suggerito, andando alla scoperta di tutti i luoghi nascosti e suggestivi della città.
DA NON PERDERE Piazza Matteotti Rocca cittadina Farmacia dell’ospedale Convento di San Francesco Cattedrale Convento Domenicani |
PERCORSO
Particolare della Chiesa di San Domenico |
Piazza Matteotti è il punto ideale per cominciare una visita alla città di Imola. Conosciuto ai più per la presenza dell’autodromo cittadino, il paese offre importanti spunti storico-architettonici. La trapezoidale piazza cittadina, nucleo originario di Imola, accoglie al centro il monumento ai caduti e ai lati sono sorti alcuni importanti palazzi. Tra questi quello in cui ha sede il comune che, nonostante importanti modifiche apportate nell’arco degli anni, offre un bel porticato con archi e capitelli romanici e una bella facciata settecentesca. Di fronte all’edificio comunale, sorge il Palazzo della Signoria, ora Palazzo Sersanti. L’edificio si è sviluppato tra il 1480 e il 1484. Sempre su Piazza Matteotti si affaccia la Chiesa del Suffragio, costruita alla fine del 1600: bello l’interno a navata unica, che presenta alcuni importanti dipinti. Dopo questa passeggiata nel foro, si imbocca via Aldrovandi e si sfiora l’omonima torre le cui origini risalgono tra il XIII e il XIV secolo. Sul lato di sinistra si incontra l’antica Chiesa di Santa Maria in Regola. La pieve, risalente al VII secolo, offre una bella volta decorata e interessanti segni architettonici. Lasciata via Aldrovandi per via Manin, sulla sinistra, si incontra al civico 26 la Casa della Bordella. L’edificio è stato costruito nel 1478 dai conti Bordella e ospita il Museo della Resistenza e del Novecento. All’interno, soffitti in legno e decorazioni abbelliscono le stanze. Proseguendo si giunge a Piazza Mirri su cui si affaccia la Chiesa di Santa Maria dei Servi, costruita nel 1310, che conserva sull'altare maggiore un'immagine della Madonna con Bambino del XII secolo, ritenuta miracolosa nel 1632 in occasione di un'epidemia di peste. Giunti sulla via Emilia, storica strada del Decumano Romano, si ritorna in direzione del centro. |
Palazzo della Signoria |
Tra il civico 227 e il 233, si incontrano Palazzo Alessandretti e a destra un’altra chiesa che testimonia la vocazione religiosa della cittadina imolese: la Pieve di S. Agostino. Da segnalare la Casa Vacchi Struzzi e la Ex Casa del Fascio, costruzione dall’inconfondibile stile littorio. Curiosa e interessante, percorrendo il porticato sulla via Emilia, la Farmacia dell’Ospedale S. Maria della Scaletta, che conserva volte decorate e una collezione di 400 vasi in ceramica di Faenza e Imola. Nell’adiacente via Orsini, si trova l’Ex Albergo Il Cappello, divenuto poi Palazzo della Volpe, voluto da Girolomo Riario, grande architetto dell’epoca, per dare il benvenuto ad ospiti importanti. Di notevole pregio la facciata, ricca di motivi decorativi in cotto, che dà sulla via Emilia. Su questa strada continua il percorso, sfilando Casa Alidosi, Palazzo Passatelli Monsignani e il cosiddetto Palazzo dei Musei all’interno del Convento di San Francesco, costruito nella seconda metà del ’300. Questo è un tratto particolarmente ricco di edifici che rivestono grande importanza storico-culturale tra cui ricordiamo la Chiesa di San Giacomo del Borgo, il Palazzo Miti Zagnoli, il Palazzo Zampieri fino al Complesso conventuale del Carmine. |
Farmacia della Scaletta |
Giunti al civico 1, si svolta a sinistra in via Caterina Sforza e si raggiunge la imponente Rocca cittadina. Di notevoli dimensioni, il fortilizio è caratterizzato da quattro torri angolari e un grande mastio posto all’interno. Venne eretta nel 1259. Dentro alla Rocca è possibile ammirare una ricca collezione di armi, una raccolta di maioliche e un’esposizione di resti archeologici. Seguendo via Garibaldi, si giunge alla Piazza del Duomo e alla Cattedrale di Imola: dedicata a San Cassiano ed eretta tra il 1187 e 1271. Questa è l’edificio religioso più importante della città e merita, con il bellissimo fonte battesimale, la vasta cripta e il crocifisso ligneo del quattrocento, una visita accurata. Di fronte alla Cattedrale si trova il Vescovado, fondato nel 1188. Giunti su via Mazzini, si incrocia con lo sguardo la Chiesa di San Carlo e si svolta a sinistra e poi a destra in via Cavour. Si giunge al pittoresco giardino Rambaldi e alla Chiesa di San Domenico. Si tratta di un edificio di grande importanza assieme all’adiacente ex Convento che fu sede dei Domenicani fino al 1797. Da qui si svolta a destra in via Ettorri e poi nuovamente a destra per raggiungere Piazza Codronchi dove sorge l’omonimo Palazzo di origine cinquecentesca. Si imbocca via Marsala e dopo essere giunti sulla via Emilia si svolta a destra per ritornare nuovamente sulla centrale Piazza Matteotti. |
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APPROFONDIMENTI
• L’AUTODROMO ENZO E DINO FERRARI DI IMOLA
Furono quattro appassionati di motociclismo a dare impulso alla realizzazione del famoso Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola: Alfredo Campagnoli, Graziano Golinelli, Gualtiero Vighi e Ugo Montevecchi. I lavori cominciarono nel 1950, ma la passione per le corse pare che fosse molto più antica. Secondo alcune testimonianze infatti a Imola già dai tempi dei Romani era in uso far correre le bighe in un anfiteatro chiamato Forum Cornelii (I secolo a.C.). Era il 19 ottobre 1952 quando Farina, Villoresi e Ascari collaudarono il circuito dell’autodromo, lungo 4933 metri, a bordo di Sport 340. Nel 1970 l’Autodromo venne dedicato a Dino Ferrari e nel 1980 Imola ospitò il suo primo Gran Premio di Italia di Formula 1, giunto alla 51° edizione, divenuto poi il Gran Premio di San Marino. Gli esperti giudicano l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari uno dei più sicuri e certamente uno dei più belli, poiché è circondato dal Parco delle Acque Minerali di Imola. Per informazioni telefonare al numero 0542.634511 Per contattare la biglietteria: tel. 0542.34116 |
• GARGANELLI
I Garganelli sono una tipica pasta romagnola a forma di penna smussata e rigata. Il nome deriva dal termine latino gargala che significa trachea. I garganelli si preparano con farina, uova, parmigiano grattugiato e noce moscata. Dopo aver tirato una sfoglia sottile con l’ausilio di un matterello, si tagliano dei quadrati di 4 o 5 cm per lato. Si posano sul pettine di un telaio in diagonale, arrotolandoli con un bastoncino dal diametro di circa 4 mm. Per preparare quelli verdi, basta aggiungere all’impasto una piccola quantità di spinaci bolliti, strizzati e tritati finemente. Un tempo i garganelli venivano cotti e serviti in brodo, oggi vengono serviti anche asciutti e conditi con ragù romagnolo, bolognese o ai piselli. La tradizione racconta che una cuoca a servizio da anni in una casa patrizia imolese, quella del Cardinale Cornelio Bentivoglio d’Aragona, nel 1725, era indaffarata a preparare il pranzo. Il menù prevedeva i caplétti, ma dopo avere preparato il ripieno lo posò da parte e iniziò ad impastare farina e uova. Mentre tirava la sfoglia col matterello un animale domestico, quasi certamente un gatto, mangiò buona parte del ripieno. Disperata per la difficoltà di poter trovare il necessario, ebbe un'idea. All'epoca a Imola, anche in casa di famiglie agiate, si filava la canapa e se ne tesseva la tela per la biancheria di famiglia. Perciò nel cantuccio della legna, si trovavano in quantità cannellini lunghi 20-30 cm, della grossezza di una comune matita, che servivano per accendere il fuoco. Nella camera dove si tesseva vi erano i pettini dei telai. La cuoca pensò di prendere i quadretti di sfoglia già preparati per i cappelletti, di avvolgerli al fusello e di passarli leggermente in rotazione sui denti del pettine, disposto sul tavolo per l'occasione. La tavola si riempì di tanti tubotti rigati e dorati. Cotti nel brodo di cappone e serviti odorosi e saporiti, riscossero l'approvazione dei commensali. In breve la ricetta venne conosciuta ed estesa a tutta la zona. In seguito fu servita, come avviene tuttora, in diversi modi: oltre che in brodo, asciutta, stufata al forno, pasticciata con ragù di carne e al burro, con sugo contenente tartufi e funghi, sempre ben condita con parmigiano di ottima qualità. Esiste una diversa versione della leggenda: quella che vuole la nascita del garganello nelle cucine della rocca di Imola, protagonista la cuoca di Caterina Sforza e il suo gatto. La dinamica è la stessa. |
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SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO
• www.comune.imola.bo.it
• www.imola.it
• www.autodromoimola.com
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Data: 2/12/2024 |
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