52 Domeniche in Romagna
 
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ITINERARIO 6 (Forlì)
 
FORLÌ, CITTÀ DI STORIA E CITTÀ VERDE
FORLÌ, CITTÀ DI STORIA E CITTÀ VERDE
Distanza: 6,5 km
Durata: mezza gionata
Periodo consigliato: da ottobre a maggio
Partenza e arrivo: Piazza Saffi

La passeggiata tra storia e parco, consente di vedere una della parti più belle e caratteristiche della città di Forlì, ricca di monumenti storici come la Basilica di San Mercuriale, il Duomo, l’Oratorio San Sebastiano o il Monastero San Domenico. Al percorso si può abbinare un fuori programma lungo le rive del fiume Montone, all’interno del Parco Urbano cittadino. Dopo una camminata storica e culturale, alla scoperta dei palazzi e delle vie nel centro storico della provincia romagnola, sarà veramente piacevole prendere una boccata d’aria nel vasto parco a ridosso del centro, in un ambiente verde in cui tanti forlivesi amano passeggiare, fare sport, suonare, leggere, rilassarsi.
L’itinerario urbano è lungo circa 6 km ed è semplice e dinamico, adatto sia ad una passeggiata a piedi che ad una gita in bicicletta. Tante altre potrebbero essere le proposte, proprio a partire dal bello e affollato Corso della Repubblica, via cittadina dedicata allo shopping, per visitare la città. Partenza e arrivo dalla centralissima Piazza Saffi, cuore politico, sociale e culturale di Forlì.


DA NON PERDERE
San Mercuriale
Piazza Saffi
Duomo
Via Gaddi
Via Sassi
Ex convento di S. Domenico
Parco Urbano
PERCORSO
PERCORSO
Municipio in Piazza Saffi
Piazza Saffi è il fulcro di Forlì, cittadina di poco più di 100 mila abitanti sorta sulla via Emilia a metà strada tra Rimini e Bologna.
Sull’ampio foro cittadino di forma rettangolare, lungo 130 metri e largo 90, si affacciano molti edifici di interesse storico. Tra questi merita una citazione particolare l’Abbazia di San Mercuriale. Di origini antichissime, edificata sui resti di una pieve del VI secolo, la basilica fu rifatta in stile romanico tra il 1176 e il 1181. Il campanile si alza per 72 metri imponente sulla piazza e grande importanza riveste il Chiostro Vallombrosani annesso all’abbazia: di origine quattrocentesca, ha forma quadrata e pozzo al centro.
Sulla Piazza di Forlì si trovano anche il Palazzo delle Poste, edificato intorno agli anni ’30, il Palazzo comunale dell’anno 1000 che fu residenza Ordelaffi e il Palazzo del Podestà, all’angolo con Corso Diaz, costruito in stile gotico intorno al 1460.

Veduta del Parco Urbano Franco Agosto
Merita una menzione particolare il quattrocentesco Palazzo Albertini. L’elegante edificio presenta una bella facciata di mattoni a vista con particolari in sasso d’Istria e una bella loggia al piano alto. Oggi è sede di importanti mostre contemporanee. Al centro della piazza si erge un monumento ad Aurelio Saffi. Oltrepassato il portale di accesso al Comune, ci si trova in Piazzetta della Misura. Qui aveva sede il teatro cittadino, travolto dalla crollo della bella Torre civica, abbattuta dai tedeschi nel 1944.
In via Mameli si svolta a destra e si raggiunge via delle Torri dove si prende a sinistra. Dopo poche decine di metri si incontrano un piccolo parco e alcuni negozi: sono le botteghe più vecchie della città e poco oltre giungiamo in Piazza delle Erbe.
Proseguendo su via delle Torri si giunge a Piazza Ordelaffi e al complesso della Chiesa e del Monastero Corpus Domini, di origine settecentesca, quindi in Piazza del Duomo, dove ha sede la chiesa più imponente della città.
Il Duomo sorge sui resti di un’antica Pieve e presenta un’entrata monumentale con sei colonne corinzie. A fianco sorge una colonna su cui poggia una statua della Madonna del Fuoco, protettrice della città.

Interno di San Mercuriale
Arrivati su Corso Garibaldi si svolta a destra. Al civico 82, si trova Palazzo Albicini. Costruito intorno al XV secolo fu la residenza storica degli Ordelaffi. Al civico 94 ecco Palazzo Guarini Torelli, elegante edificio cinquecentesco con imponente portone d’accesso.
Dal lato opposto della strada si trova Casa Palmeggiani che presenta, visibile da sotto il porticato, una interessante struttura in legno tipica delle case forlivesi del Quattrocento.
In via Sassi si svolta a destra. Questa è una bella e stretta via storica dal pavimento ricoperto di ciottoli.
Si svolta a sinistra e si raggiunge via Piero Maroncelli dove si gira nuovamente a sinistra.
In questa via al civico 15 sorge Palazzo Masini. Costruito nel ’600 presenta un singolare e suggestivo cortile interno disposto a ventaglio.
Percorse poche decine di metri si svolta a sinistra in via Gaddi, che rappresenta una delle vie più belle e caratteristiche di Forlì. Le sue dimensioni molto strette non permettono l’accesso alle automobili e la ciottolata corre tra alti edifici e merita attenzione particolare: lampioni in ferro battuto e piccoli balconi a sbalzo sono solo alcuni dei dettagli di via Gaddi.

Statua della Madonna del Fuoco
Giunti nuovamente su Corso Garibaldi, si svolta a destra. Al civico 96 da segnalare anche Palazzo Gaddi, il bell’edificio dall’aspetto settecentesco dove hanno sede il Museo del Risorgimento “Aurelio Saffi” e il Museo romagnolo del Teatro. Di fronte a Piazza Melozzo degli Ambrogi, sul lato di sinistra, si trovano conservati sotto un pannello di vetro i resti di antiche costruzioni trovate durante i lavori alla sede stradale del corso. Porta Schiavonia, posta al culmine di corso Garibaldi, è l’unica porta rimasta delle quattro che consentivano l’accesso alla città un tempo fortificata. In certi tratti nei pressi dell’arco sono visibili i resti delle antiche mura e della Rocca di Schiavonia, demolita nel 1613.
Da qui arrivavano a Forlì viandanti e merci da Bologna, lungo la storica via Emilia. Si prosegue a sinistra su via Salinatore per circa 200 metri, quindi si svolta a sinistra raggiungendo la Chiesa di Santa Maria in Schiavonia.
Da qui si prosegue prima in via Cornelio Gallo, poi a destra in via Lazzarini e a sinistra in via Zauli.
Si sta camminando all’interno del vecchio rione Schiavonia, caratterizzato da piccole case a due piani con minuti portoni d’accesso e facciate colorate. Giunti in Piazza Dante Alighieri entriamo in una delle zone più importanti di Forlì dal punto di vista storico culturale, recentemente oggetto di ristrutturazioni e recuperi.
Sulla piazza si affaccia il Palazzo Vescovile, edificato nel XVI secolo.
Di interesse anche la vicina via Albicini con l’Oratorio San Giuseppe e la Casa Natale di Aurelio Saffi.

Monumento ad Aurelio Saffi
Proseguendo sulla destra da Piazza Dante Alighieri, si giunge a Piazza Guido da Montefeltro, annunciata da un discutibile parcheggio in cemento armato. Su questo piazzale si affacciano due dei più importanti monumenti forlivesi: l’Oratorio San Sebastiano e il Complesso Conventuale di San Domenico. Il primo rappresenta un importante esempio di architettura rinascimentale.
Edificato tra 1494 e 1502, il complesso presenta un corpo principale a croce greca e un atrio sormontato da cupola, con l’esterno in mattoni. Al suo interno si trova l’affresco della Crocifissione di Marco Palmezzano, artista rinascimentale allievo di Melozzo di Forlì. L’aula sconsacrata è sede di mostre e convegni. Di enorme importanza il Convento di San Domenico
risalente al XIII secolo. Il complesso è costituito dalla fabbrica monastica, da due chiostri e dalla chiesa che fu rifatta nel primo ’700. L’interesse del Complesso del San Domenico sta anche nell’imponente opera di recupero dell’edificio, abbandonato e malamente utilizzato nell’800, oggi è adibito a sede di mostre e convegni.
Oltrepassata Piazza Guido da Montefeltro, si raggiunge via Andrelini. Da qui l’oggetto dell’itinerario cambia in modo radicale. Una piccola via e un sottopasso permettono di raggiungere il Parco Urbano Franco Agosto, sorto sulle rive del fiume Montone. Il grande giardino cittadino riveste un ruolo di grande importanza nella vita sociale della città.
Oltrepassati i cancelli di accesso si prosegue lungo il viale alberato fino a giungere a un piccolo complesso sportivo, con campi da beach volley, palestra, area attrezzata per i bambini.
Svoltando a destra si oltrepassa il confine del giardino e si giunge sulla strada sterrata posta sul rivale.

Abbazia di San Mercuriale in Piazza Saffi
Si svolta a sinistra e si cammina in un’accogliente zona alberata caratterizzata dalla presenza di un fitto bosco di pioppi e salici e dallo scorrere del fiume. Lo stradello costeggia il perimetro dell’area verde e viene utilizzato per passeggiate. Giunti alla fine, si rientra nel parco e si prosegue lungo la strada principale che lo attraversa.
A destra un ristorante e un bar sorti sulla cima di quella che è chiamata la Collina dei Conigli. Si prosegue e si giunge nuovamente al complesso sportivo, da qui si svolta a destra e attraverso via Fiume Montone si giunge a Piazzale Porta Ravaldino. Di fronte si scorge la forma mastodontica della grande Rocca cittadina. Da edificio di difesa medioevale è oggi sede del carcere.
Imboccato Corso Diaz si cammina in direzione centro storico. Questa era un’arteria importante in passato, in quanto collegava il fortilizio a Piazza Saffi. Lungo il corso da segnalare in particolare la medioevale Casa Numai Fuzzi al civico 67 e la Chiesa Romanica S. Antonio Vecchio con la caratteristica facciata a laterizi. Al civico 47 si trova il bel Palazzo Orsi Mangelli con, vicino, il moderno edificio che ospita il Teatro cittadino Diego Fabbri.
Proseguendo si giunge nuovamente in Piazza Saffi.
Da qui partono altre due importanti vie cittadine che collegano Forlì alle altre città romagnole: Corso Mazzini, al cui termine inizia via Ravegnana, e Corso della Repubblica, la via dello shopping cittadino che sfocia nell’ampio Piazzale della Vittoria e nell’importante via Emilia.
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APPROFONDIMENTI

AURELIO SAFFI
Aurelio Saffi è stato uomo del Risorgimento. Politico di spicco dell'ala repubblicana radicale, fu influenzato dalla figura di Giuseppe Mazzini. Nato a Forlì il 13 agosto 1819, ebbe una formazione giuridica a Ferrara, ma iniziò l'attività politica nella sua città natale, come consigliere comunale e segretario della Provincia nel biennio 1844-45. Nel 1848 partecipò all’operazione politica organizzata da Mazzini: la costituzione della Repubblica Romana. Alla vicenda Saffi prese parte prima come deputato di Forlì all'Assemblea Costituente, quindi come ministro, infine come componente del Triumvirato a capo del nuovo regime, assieme ad Armellini e allo stesso Mazzini. La nuova Repubblica cadde nel luglio 1849 e Saffi, ritiratosi in esilio in Liguria, raggiunse poi Mazzini in Svizzera e Londra. Fece ritorno in Italia nel 1853, per pianificare una serie di moti. A causa di queste gesta, Saffi fu condannato a vent'anni di prigione. In carcere sposò, nel 1857, Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi, mazziniana ed esponente del femminismo risorgimentale italiano. Ebbero quattro figli, tutti maschi. Nel 1861 venne eletto deputato al parlamento del nuovo Regno d'Italia e nel 1867 si stabilì definitivamente nella sua villa nella campagna di San Varano e cominciò allora la carriera di insegnante universitario a Bologna. Nel frattempo si occupò della memoria storica dell'amico Mazzini, ormai morto, curandone gli scritti e la loro pubblicazione.
Morì nella sua casa a 70 anni.

MARCO PALMEZZANO
Marco Palmezzano nacque a Forlì nel 1459, si formò nell’ambito culturale umbro e accolse l’influenza artistica del Perugino. Dal 1493 fu allievo di Melozzo da Forlì, il celebre pictor papalis, che seguì a Loreto, per decorare la cappella del Tesoro nella Santa Casa (a Palmezzano è attribuita l’Entrata di Cristo in Gerusalemme), poi a Roma, per decorare l’abside di Santa Croce in Gerusalemme. Subì inoltre le influenze dell’arte ferrarese e del Giambellino, dei colori dell’arte veneziana e di Cima da Conegliano (di Antoniazzo Romano, Marco Zoppo e Bartolomeo Montagna).
Fu un artista versatile, dall’intensa produzione pittorica, che firmava col nome di Marchus Palmizianus Forliviense.
Grazie alla sua bravura divenne ben presto l’artista di riferimento per la aristocrazia e si dedicò a un’intensa produzione di pale d’altare. La sua produzione artistica si colloca prevalentemente a Forlì e nei paesi limitrofi: Brisighella, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Meldola.
Nelle sue opere a fare da sfondo ai soggetti sacri sono infatti familiari paesaggi, campi coltivati e boschi dell’Appennino Romagnolo: aspri calanchi e morbide colline, borghi arroccati e castelli.
Si veda ad esempio L’Immacolata col Padre Eterno in gloria e i santi Anselmo, Agostino e Stefano (1509) conservato nell’Abbazia di San Mercuriale.
La sua maestria nella prospettiva e nella resa ritmica degli spazi è ben esemplata dall’opera Adorazione dei Magi (1514), conservata nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia, a Rontana di Brisighella. Molte altre opere sono conservate alla Pinacoteca civica di Forlì, dove è possibile ammirare la celebre Crocifissione e l’Autoritratto di Palmezzano, un grande maestro del Rinascimento romagnolo e della perspectiva, cui è stata dedicata nel 2006 la grande mostra retrospettiva allestita all’interno del restaurato Complesso Conventuale di San Domenico.

FIUME SOTTERANEO
Il fiume sotterraneo di Forlì ha sempre destato grande curiosità: il suo corso d’acqua corre in canali sotterranei ed attraversa il centro storico della città. Sette km a monte della città, all’altezza della chiusa del Calanco nella frazione di San Lorenzo in Noceto, parte delle acque del fiume Rabbi, vengono deviate verso il centro. Un tempo alimentavano il Molino Bassa a San Martino in Strada, il Molino del Fico, all’incrocio tra via Risorgimento e via dell’Appennino, il Molino Primo. Grande importanza avevano dunque per l’economia rurale di Forlì e, a lungo, le sue acque furono contese tra l’Unione dei Mulini di Ravaldino e Schiavonia e il comune.
Nei primi del Novecento il canale divenne di proprietà dello Zuccherificio Eridania. Il “Fiume di Forlì”, scorre, nella parte cittadina, lungo via dell’Appennino, sfiora il Parco Urbano Franco Agosto e all’altezza di Piazzale Ravaldino comincia il suo corso sotterraneo. In questo tratto della lunghezza di 1875 metri, il canale scivola sotto edifici, piazze e strade del centro storico in un tunnel della larghezza di circa 4 metri e dell’altezza di 2 fino al Mulino Grata, dal lato opposto della Forlì vecchia. Via Duca Valentino, via Trieste e via Caterina Sforza, in questo tratto il canale rimase scoperto fino al 1800 e all’angolo tra via Andrelini e via Felicito alimentava un pubblico lavatoio. Il fiume scorre oggi sotto i palazzi e in alcuni punti è possibile vederlo o udirne il rumore: in Piazzetta Antica Pescheria, le acque scorrono dietro un portale di legno che consente l’accesso al tunnel. Il percorso sotterraneo continua sotto Piazza Saffi, nei pressi del loggiato del Comune, dove rimangono coperte le vestigia di antichi ponti come quello del Pane e dei Cavalieri. Dalla piazza le acque proseguono verso corso Mazzini e poi deviano a sinistra sotto via Pedriali e lambiscono la bella Torre Numai. Passata Piazza delle Erbe, il fiume sotterraneo affiorava fino a pochi anni fa, all’interno del piazzale dell’Ex caserma dei Vigili del Fuoco, alle spalle del Mercato Coperto di Forlì. Ora è visibile in alcuni cortili interni di via dei Mille e via Episcopo. Oltrepassato l’Oratorio San Luigi (alcune immagini storiche ritraggono le acque affioranti vicino al cortile dell’edificio religioso), il canale giunge nascosto fino a Mulino Ripa e via Canale Ripa. Qui sotto un loggiato, è possibile vedere le acque del fiume sotterraneo di Forlì fuoriuscire da un arco posto alla base di un edificio bianco.
Pochi metri di luce e poi si inabissano nuovamente per raggiungere, una volta superata Piazzatta della Grata, lo stabilimento dell’Ex Zuccherificio Eridania, posto su via Gorizia.
L’industria, oramai chiusa da decenni, utilizzava le acque per lavare le barbabietole. Il “Fiume di Forlì”, lascia la città e si inoltra nelle campagne in direzione Ravenna e all’altezza di Coccolia, si getta nel flusso del Fiume Ronco.


SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO

www.comune.forli.fo.it
www.turismoforlivese.it
www.teatrodiegofabbri.it

 
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Data: 1/10/2023
52 Domeniche in Romagna
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