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ITINERARIO 12 (Cesena)
VALLI E PAESI DI UNA VOLTA
Distanza: 43 km Durata: mezza giornata Periodo consigliato: da marzo a maggio Partenza e arrivo: Cesena
Colli, vallate colorate di rosa dai fiori di pesco, di bianco dai ciliegi, striate da filari di viti, ulivi e cipressi. Conche tagliate da torrenti sottili, castelli, borghi fortificati. Strade strette, bordate dal biancospino che lasciano la via Emilia per raggiungere un entroterra, quello cesenate, di rara bellezza. Un percorso, che in poco più di 40 km offre una grande varietà di paesaggi, immagini, spunti per conoscere storia e natura di questo territorio. Dal Castello di Sorrivoli ai borghi fortificati di Monteleone e di Montecodruzzo, dalla conca del Gorgoscuro a vallate solcate da calanchi, con la costante di un paesaggio che offre in ogni istante, e a 360 gradi, scorci e immagini da conservare. La partenza e l’arrivo sono fissati nella città di Cesena, famosa per la Rocca Malatestiana e per il suo inconfondibile centro storico. L’itinerario può essere percorso in tutte le stagioni, anche se il periodo migliore è quello compreso tra marzo e maggio. In questo periodo, quando le piante fioriscono, l’aria è tersa e permette di godere a tratti di un colpo d’occhio splendido sui variopinti colori del mare Adriatico.
DA NON PERDERE Castello di Sorrivoli Valle dell’Urgòn Monteleone Paesaggio da Montecodruzzo Castello di Ardiano |
PERCORSO
Castello di Sorrivoli |
La partenza di questo itinerario è a Cesena. Presa la via Emilia in direzione di Rimini, appena usciti dall’abitato si svolta a destra seguendo le indicazioni di San Tommaso e Sorrivoli. La strada comincia a salire e il paesaggio si fa da subito collinare. Queste sono zone rurali caratterizzate da campi coltivati a viti, ulivi, peschi e albicocchi. Nei mesi primaverili si possono vedere le colline piene di tinte e sfumature. Dopo 3 km si incontra San Tommaso, ricordato per la sua Pieve romanica del X secolo usata oggi come chiesa parrocchiale e facilmente raggiungibile con una piccola strada che devia a sinistra. Proseguendo lungo la strada principale in direzione di Sorrivoli, si incontrano un paio di punti panoramici da cui si può godere una vista sulla pianura cesenate e sul mare Adriatico che dista da qui appena 20 km. Come indicano i cartelli segnaletici, il percorso segue a tratti la Strada dei Vini e dei Sapori di Forlì-Cesena. |
Maschio del castello di Sorrivoli |
Nelle aziende agricole è possibile assaggiare ed acquistare il Sangiovese, il tipico vino rosso, frutta di stagione come pesche, albicocche e prodotti come miele, formaggio e altri alimenti della zona. Lasciata la località Carpineta sulla sinistra, si prosegue sempre seguendo le indicazioni per Sorrivoli. Dopo circa 4 km si raggiunge il paese, caratterizzato da un piccolo borgo fortificato. Si consiglia una sosta. Dalla strada principale, una scalinata conduce in pochi minuti all’entrata del castello. Varcata la soglia, che mostra ancora la struttura del ponte levatoio, si esce sulla corte interna del castrum, la grande terrazza che si affaccia sulla Valle del Rubicone. Nel cortile del castello campeggia la torre, un maschio del 1200 e la Chiesa dei SS. Lorenzo e Aldebrando ricavata da un’ala dell’antico fortilizio. Suggestivo il panorama. |
Castello di Monteleone |
Sorrivoli è anche conosciuta per i numerosi eventi culturali e musicali che ogni anno si tengono nei dintorni della rocca. Si riprende il percorso in direzione di Monteleone e Roncofreddo. La strada scende ripida verso una conca contornata da colline che nel periodo primaverile si tingono del rosa dei fiori di pesco e del bianco di quello dei ciliegi fioriti. Terminata la discesa si svolta a destra in via Fageto e poi a sinistra seguendo l’indicazione per Monteleone. In questa valle scorre l’Urgòn, il Rubicone e da qui parte una passeggiata che corre lungo il fiume. L’itinerario segnalato e facilmente percorribile è chiamato Percorso degli Argonauti. La strada s’inerpica ora ripida con tornanti stretti per raggiungere in pochi chilometri Monteleone. La piazza è dedicata a Lord Byron, sesto barone di Byron, poeta e uomo politico inglese il quale soggiornò nel castello nei primi decenni dell'Ottocento, ospite del conte Alessandro Guiccioli. Il Castrum Monleonis, fondato nel XIII secolo, ha subito nel tempo numerose trasformazioni, che gli hanno conferito un aspetto più gentile e signorile. Al suo interno c’è un grande cortile. Due porte e una via lastricata a semicerchio completano il borgo fortilizio. Accanto alla chiesa di piazza Byron, dedicata ai SS. Caterina e Cristoforo, si trova il punto di ristoro e di informazione turistica. La singolare bellezza e le dimensioni contenute fanno di questo luogo uno dei più suggestivi dell’entroterra romagnolo. L’itinerario prosegue ora con una ripida discesa che porta ad un bivio. Si svolta a destra verso Sogliano. Seguendo i cartelli segnaletici e con una deviazione di circa 1 km, si raggiunge il Santuario della Madonna del Farneto. Il nucleo originale risale al 1500. Da qui si gode di un panorama importante. Si dice che dal mare i pescatori potessero vedere il lume del Santuario nella notte. Per questa ragione si rinnova ogni anno il voto alla Madonna del Farneto con una festività l’ultima domenica d’agosto. Dopo la sosta, si ritorna sulla strada maestra, che si insinua nuovamente nel verde, verso Ciola Araldi. |
Chiesa di Santa Maria Liberatrice a Montecodruzzo |
Questa località fu menzionata la prima volta nel X secolo sul Codice Bavaro, quale fiorente Castello Malatestiano. Oggi restano solo poche case. Proseguendo verso Montecodruzzo, la strada si fa sterrata. Questa è la zona dell’alto Rubicone, detta il Gorgoscuro. Un sentiero segue il corso del fiume, attraversando il territorio tra le colline di Ciolaraldi e Montecodruzzo. Coloro che vogliano percorrerlo a piedi non troveranno difficoltà, se non nell’ultimo tratto dove si incontra una ripida salita. Il paesaggio è caratterizzato da una fitta vegetazione, a tratti selvaggia e da salti di acqua e piccole pozze. Montecodruzzo merita un’altra sosta. Posto 439 metri s.l.m., punto più alto del comune di Roncofreddo, da questa località si può ammirare un bel panorama. Da qui passava la scorciatoia alle vie consolari, che dal Monte di Strigara giungeva, attraverso la via Garampa, fino alla città di Cesena. Quartiere militare in epoca romana, per la posizione strategica, Montecodruzzo divenne la residenza di Giacomo Malatesta, che vi fece edificare la Chiesa di Santa Maria Liberatrice come ex voto per la sua liberazione dai Turchi, nel 1572. Di grande fascino è la piazzetta, cui s’accede tramite un arco, e su cui si affacciano un ristorante panoramico che offre uno splendido colpo d’occhio. Lasciata Montecodruzzo si riprende la via verso Monteaguzzo. La strada passa attraverso valli caratterizzate da calanchi, formazioni tipiche del paesaggio romagnolo nate dall’erosione dell’acqua su terreni argillosi. Si sale fino a Monte dei Greppi e poco prima di raggiungere Monteaguzzo si incontra una Zolfatara. Il panorama si fa più dolce, si attraversa la località di Oriola e si giunge ad Ardiano il cui castello venne edificato nel XIV secolo, sotto la Signoria degli Ordelaffi. Divenuto rifugio dei Guelfi romagnoli, venne abbattuto dagli Ordelaffi stessi. Del castello non rimane che qualche rudere. Una sosta è consigliata per ammirare il panorama e vedere un singolare e interessante scorcio di San Marino. Si prosegue in direzione di Sorrivoli sulla S.P. 75 e poi in direzione Diolaguardia, sulla S.P. 101. Attraversata la località di Acquarola, si scende verso Cesena, percorrendo la via Garampa e poi via Diavolessa. L’arrivo dell’itinerario è posto in centro a Cesena, sotto la celebre Rocca Malatestiana. |
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APPROFONDIMENTI
• LA MADONNA DEL FARNETO
Nei pressi della sorgente del Rubicone-Urgòn, a pochi km da Ciolaraldi, si erge il Santuario della Madonna del Farneto. Il nucleo originario del santuario, l’ospitale per viandanti e la chiesa, venne edificato agli albori del XVI secolo. Il nome deriva forse da farnie, ossia dalle querce che avvolgevano il complesso ecclesiastico. Del bosco che cingeva la chiesa resta oggi una quercia secolare e un boschetto di roverelle. Nell’antichità la Madonna del Farneto rivestì un ruolo importante a livello locale, quale grande parrocchia e ospitale e, come piccolo faro, era punto di riferimento per i marinai. Posto a 518 metri s.l.m., il Santuario del Farneto domina infatti la vista da Ravenna a Gabicce Monte e tra storia e leggenda si dice che la sua luce abbia fatto, nell’antichità, da punto di riferimento per molte imbarcazioni. La Madonna del Farneto è affascinante non solo per la sua posizione panoramica e per la sua funzione religiosa, ma soprattutto per il suo legame con il mare. Da tempi immemorabili, infatti, i marinai portano alla Madonna del Farneto doni ed ex voto. Ogni anno rinnovano il loro voto, offrendo agli abitanti del Farneto una festa a base di musica, danze e specialità di pesce, l’ultima domenica di agosto. In seguito al crollo della struttura e all’abbandono progressivo delle zone rurali e montane, questa località ha sofferto di un breve periodo di decadenza, ma nel 1996 venne completato il restauro della chiesa e dell’edificio adiacente, che oggi ospita l’Azienda Agrituristica il Farneto. |
• IL RUBICONE
Fiume storico, il Rubicone, oggetto di contesa tra la comunità di Savignano e quelle di Cesena e Roncofreddo. Quando, nel 49 a.C., Pompeo divenne Consul sine comes di Roma intimò a Cesare di recarsi nell’Urbe e sciogliere le sue truppe. Cesare, forte del potere militare acquisito, attraversò con le sue legioni il Rubicone, gesto simbolico per dichiarare guerra a Roma. Il fiume delimitava infatti il confine tra l’Italia e la Gallia Cisalpina, area interdetta al passaggio delle forze militari. Sulle rive del Rubicone, con la celebre frase Alea iacta est (“Il dado è tratto”), Cesare dava inizio alla prima guerra civile. Nei tempi antichi queste terre di Romagna erano ricoperte di paludi: nel corso dei secoli, la situazione idrografica ha subito profonde mutazioni a causa delle frequenti esondazioni, pertanto è difficile stabilire quale sia stato il corso del celebre fiume: sarebbe più appropriato parlare di torrenti rubiconici. Nel 1933 Mussolini denominò la cittadina di Savignano “Savignano sul Rubicone”, attribuendo valore storico al corso d’acqua, il Fiumicino, che scorre verso Gatteo a Mare fino a sfociare nell’Adriatico. C’è chi sostiene che il fiume nasca dal Monte Strigara, tra Sogliano e Ciolaraldi. Si tratta del Rubicone Urgòn, il cui percorso tocca i borghi di Monteleone e Montiano, fino alla località di Calisese, dove si pensa sia stata pronunciata la celebre frase. L’Urgòn bagna la città di Cesena, lungo il corso della via Emilia, e confluisce dopo 44 km nel Fiumicino Rubicone. La disputa è accesa ancora oggi intorno a questo fiume, il cui nome deriva da rubicundus, per la pigmentazione rossastra della terra che gli conferisce questa particolare colorazione. |
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SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO
• www.stradavinisaporifc.it/roncofreddo.asp/
• www.sorrivoli.it
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Data: 18/9/2024 |
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